Entro 5 anni le filiali delle banche non esisteranno più

Entro 5 anni le filiali delle banche non esisteranno più

Entro 5 anni le banche chiuderanno le proprie filiali sul territorio.

Questo è quello che pensa il 65% dei dirigenti di banca secondo un recente sondaggio pubblicato da Temenos – società leader nel mondo del software bancario con oltre 3.000 clienti a livello globale.

Cosa succederà in futuro?

La pandemia ha accelerato vertiginosamente i processi di digitalizzazione già in atto da diversi anni nel mondo bancario e questo, unito all’aumento della concorrenza da parte delle società fintech, ha messo in discussione modelli di distribuzione del mercato del credito che tradizionalmente vedevano nella filiale fisica un punto di riferimento per la clientela.

Le banche continueranno sì ad esistere ma la loro presenza si trasferirà lentamente online ed alla clientela, sia essa composta da consumatori o aziende, sarà chiesto un cambio di mentalità che molto probabilmente sfocerà nell’affermarsi di consulenti finanziari che di fatto raccoglieranno il testimone dei tanti gestori della clientela ad oggi presenti nelle filiali fisiche delle banche.

Ricordiamoci che i veri detentori dell’asset “denaro”, almeno in Italia, sono appunto le banche e le società di assicurazioni che quindi rimarranno un punto di riferimento centrale nell’approvvigionamento delle risorse economiche ma che punteranno ad un modello distributivo che vedrà l’esternalizzazione di alcune figure professionali e processi gestionali a società esterne a cui verrà dato il compito di presidiare ed assistere la clientela.

Soggetti iscritti all’OAM e consulenti finanziari diventeranno il punto di riferimento della clientela che quindi potrà rivedere in loro il direttore della filiale a cui fino a qualche anno prima si faceva riferimento per tutte le tematiche di natura finanziaria.

Dovranno cambiare solamente le banche?

Probabilmente no, la stessa cosa avverrà anche per i clienti a cui è richiesto un cambio delle abitudini siano essi privati o aziende. Nel settore private la figura del mediatore creditizio sta diventando negli ultimi anni una figura di riferimento a supporto di una cultura finanziaria non particolarmente brillante nel nostro Paese, al contrario c’è più diffidenza nel settore imprese. In questo contesto è solitamente il responsabile finanziario della PMI a seguire sia la parte finanziaria che quella gestionale, e ad interfacciarsi direttamente con le banche.

Secondo le previsioni di Temenos in un prossimo futuro anche gli imprenditori dovranno rivolgersi con una rinnovata fiducia alle figure del mediatore creditizio o del consulente finanziario, che nel frattempo avranno raccolto le redini del direttore di filiale a cui fino a qualche anno prima si faceva riferimento.